Marmi e pietre nel mondo: Produzione, consumi e redditività in crescita globale
E’ stato rilevato in parecchie occasioni ufficiali come l’idoneità del settore lapideo a promuovere politiche di sviluppo dove ad altri non sarebbe strutturalmente possibile, sia fuori discussione, e come abbia acquisito alti riconoscimenti nelle sedi più qualificate, a cominciare dall’Organizzazione delle Nazioni Unite con la nota Dichiarazione del 1976. In precedenza, il IX Congresso dell’industria marmifera europea aveva già attirato l’attenzione dei Governi nazionali e regionali sul ruolo trainante della pietra anche in chiave sociale, auspicando l’adozione di opportuni incentivi capaci di valorizzare tale opportunità, ed aveva costituito la Federazione internazionale del settore (oggi Euroroc) con lo scopo di promuovere uno sviluppo più organico del comparto (1964).
Oramai, diversi Paesi hanno riconosciuto il ruolo strategico di marmi e pietre ed aggiornato la propria legislazione per quanto di conseguenza, inquadrando i prodotti lapidei nell’ambito dei materiali minerari di prima categoria. Ne sono scaturiti parecchi risultati economici e sociali di buona consistenza, soprattutto dal punto di vista delle crescite occupazionali, degli investimenti e del valore aggiunto. In ogni caso, sono parecchi i Paesi in cui la volontà politica nazionale ha preso atto del rilievo di marmi e pietre nell’ambito della programmazione, anche fra quelli di primaria importanza settoriale, come Brasile, Egitto, India, dove la linea del possibile ha cominciato a spostarsi in avanti, a fronte delle conseguenti opzioni promozionali che stanno diventando punti di riferimento anche per gli altri.
Il progresso lapideo è incontestabile, ad iniziare dal gradiente di sviluppo notevolmente superiore a quello dell’economia mondiale considerata nel suo complesso, avendo tratto largo vantaggio dalla diffusione sostanzialmente universale delle riserve, ed in misura altrettanto ampia, dal forte avanzamento tecnologico. Ciò, sebbene la politica di ricerca estrattiva sia tuttora limitata: soltanto in pochi casi la conoscenza del territorio è davvero esauriente, come in alcuni Stati europei, in Arabia Saudita, in altri Paesi del Golfo, in Palestina od in Turchia, facendo presumere che nuove importanti risorse possano essere condotte alla vista e quindi alla coltivazione.
In taluni casi, lo sviluppo è stato esponenziale. Del resto, negli ultimi 25 anni la produzione ed i consumi mondiali sono triplicati, mettendo a segno un progresso straordinariamente elevato anche nel campo qualitativo, con particolare riguardo alle lavorazioni speciali. Ciò, senza dire che le valutazioni storiche effettuate a livello scientifico hanno posto in evidenza che il volume dei marmi e delle pietre scavati nel mondo negli ultimi due terzi di secolo é stato superiore a quello di tutte le epoche precedenti, sin dall’antichità più remota. Chi si fosse ostinato a presumere che il settore svolge un ruolo di retroguardia, nel quadro di residue concessioni ad un prestigio retorico ed anacronistico, in qualche misura autoreferenziale, avrebbe commesso un errore macroscopico.
Per comprendere quanto siano ampie le odierne dimensioni del settore, basti sottolineare che la produzione mondiale del 2015, al netto degli scarti di cava, è stata pari a 140 milioni di tonnellate, destinate all’interscambio nella misura del 54 per cento. In effetti, il volume del commercio estero settoriale si è ridotto di alcuni punti, ma ciò non ha compromesso la continuità di crescita delle produzioni, sia pure con un tasso più contenuto, perché i mercati domestici hanno sopperito in modo adeguato al rallentamento dell’export, soprattutto nell’ambito extra-europeo, ed anzitutto in Cina.
Il progresso indotto dal settore lapideo, a parte quello economico e tecnologico, spazia in un contesto più ampio e nobile, a cominciare dal perseguimento della cosiddetta “qualità totale”. Non è un caso che la progettazione moderna abbia riscoperto gli utilizzi del marmo, del granito e delle altre pietre sia nell’edilizia di rappresentanza, sia in quelle civili ed economiche, grazie a caratteri funzionali ed espressivi di grande competitività, ed alla capacità di offrire manufatti ad altissimo valore aggiunto prodotti serialmente, come negli arredi per il bagno, nei piani da cucina, nelle lavorazioni a massello, in alcuni tipi di oggettistica, e via dicendo.
Vale la pena di ribadire che le economie di durata e di manutenzione sono tali da motivare ampiamente qualche maggiorazione di prezzo, che proprio negli ultimi esercizi ha permesso di ottimizzare i risultati della gestione industriale anche nei Paesi in via di sviluppo: ad esempio, nell’ultimo quinquennio il prezzo medio del manufatto lapideo cinese oggetto di esportazione è raddoppiato, raggiungendo il nuovo massimo di oltre 40 dollari per metro quadrato equivalente nel consuntivo per il 2015, ed ascrivendo un risultato di ovvia utilità anche per quanto riguarda l’autofinanziamento degli investimenti, tanto più importante in una congiuntura di oggettive difficoltà nell’accesso al credito, sia ordinario che agevolato, come quella odierna.
Il rapido progresso conseguito nel “modus vivendi” dell’uomo contemporaneo ha trovato un fondamento significativo nella democratizzazione d’impiego dei materiali più selettivi, come marmi e pietre: è un percorso che continua nonostante la scoperta della redditività crescente, perché lo sviluppo tecnologico ha continuato ad esercitare il suo ruolo tradizionale di contenimento dei costi, e quindi dei prezzi, in un ventaglio capace di soddisfare quote maggiori del mercato.
Ciò che un tempo era riservato ad una schiera piuttosto ristretta di fruitori ha finito per diventare accessibile ad una clientela più ampia: motivo ulteriore per sottolineare come il consumo medio per abitante, che nel mondo di oggi ammonta ad oltre 240 metri quadrati per mille (riferiti allo spessore convenzionale di cm. 2) con punte massime di oltre un metro pro-capite in Arabia Saudita, Corea del Sud, Belgio e Svizzera, sia destinato ad aumentare, potenziando un trend in ascesa che perdura da molti anni e che ha permesso di raddoppiare la quota del 2001, inferiore ai 120 metri quadrati.
L’esame dei parametri essenziali attesta che l’espansione lapidea globale è sempre in atto, come si conviene a materie prime quali marmi e pietre, capaci di esaltare i valori estetici della bellezza ma prima ancora quelli etici, a cominciare dalla pace.
Fonte: http://www.marmonews.it